terza piccola

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E’ veramente incredibile come molte delle montagne di Sappada, città turistica molto frequentata sia in estate che in inverno, si siano mantenute così selvagge e incontaminate dal turismo di massa. Tra queste ci sono sicuramente le Terze, delle splendide montagne dolomitiche che si ergono imponenti e severe in un ambiente incontaminato, dove la presenza umana per ora è ancora molto discreta e non ha fatto ancora nessun danno rilevante. Dopo aver fatto la normale alla Terza Grande, che mi ha veramente entusiasmato, ho deciso quindi di fare anche quella un po’ più impegnativa alla Terza Piccola, molto interessante e in realtà meno difficile di quanto mi aspettassi. E’ vero che si tratta di un percorso per esperti a metà tra escursionismo e alpinismo, ma le difficoltà non sono mai alte e più che al grado ( più o meno siamo sempre attorno al primo ) bisogna stare attenti ad ogni passo nei canalini che sono composti da roccia friabilissima, quindi soprattutto se si è in gruppo si rischia di mandare giù di tutto a quelli dietro. Avevo anche letto alcune relazioni che parlavano di un camino di II ( tra l’altro in uno di questi libri viene valutato di secondo anche il doppio camino della via normale del Siera, decisamente più impegnativo e secondo me di II+ ), ma in realtà la difficoltà non è superiore all’I+, il passaggio è più che altro scomodo ma non difficile. Splendido e riservato a chi non soffre di vertigini il passaggio molto esposto sulla “lama” che porta al pendio erboso finale. E meraviglioso anche il panorama sui Brentoni, sulle altre due Terze, sui Clap, sul gruppo del Rinaldo, il gruppo del Siera, il Peralba, la Val Visdende, le Dolomiti, sulla Conca di Sappada e di S.Stefano…

Dalla borgata Lerpa di Sappada ( 1225 m ), andando verso S.Stefano, si passa un distributore e si prende la stretta stradina sulla sinistra che scende sulla riva del Piave ( indicazioni su cartello in legno ). Si parcheggia quindi sullo spiazzo alla fine della strada e si attraversa il fiume sul ponte di legno. Poi si segue per un po’ la comoda carrareccia che sale con pendenza moderata verso il passo della Digola ( segnavia 313 ). Dopo una ventina di minuti si seguono le indicazioni a destra per il sentiero 311 per la Terza Piccola. Il sentiero poi si immette di nuovo su di una larga carrareccia fino ad un bivio chiamato Passo dell’incrocio. Si segue quindi il sentiero 311 sulla destra ( quello a sinistra invece ritorna verso quello iniziale per il passo della Digola ) che dopo un po’ finalmente si trasforma in un bel sentiero che aggira il costone roccioso che scende verso nord-est dalla Sella Dracone. In questa parte finalmente la vista si apre un po’ e regala un fantastico panorama sulla conca di Sappada, sui Clap e sul gruppo del Rinaldo. Il sentiero sale un po’ a zig-zag nel bosco fino ad uscire sul bordo del Vallone di Eikenkofel, veramente profondo e impressionante. Si costeggia questo bordo del vallone fino ad arrivare circa al centro dello stesso, quando il sentiero svolta deciso a sinistra salendo molto ripido. La salita di questo vallone verso la sella è davvero molto faticosa, ma anche molto appagante. L’ambiente infatti man mano che si sale rivela la sua natura dolomitica con torri e guglie di roccia, mentre la vista sul vallone e sulle Alpi Carniche sullo sfondo è sempre più maestosa. In questa parte si può trovare nevai anche piuttosto ampi ad inizio stagione.

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Una volta raggiunta la Sella Dracone ( chiamata anche Forcella della Terza Piccola, 2188m, 2.30/3 ore da Sappada ), la vista si apre anche sulle montagne a Sud e a Ovest, tra impressionanti torrioni di roccia e qualche pecora ( pecore che apparentemente hanno preso dimora in una grotta vicina ). Splendide le altre due Terze, soprattutto l’affilata Terza Media ( prossimo obiettivo ). Questa forcella si può raggiungere anche dal sottostante Passo della Digola, ma pare che la salita sia addirittura molto più faticosa dell’altro approccio e quindi sconsigliabile.

Dalla sella si segue la traccia a destra tra i mughi che costeggia un’affilata guglia e si immette quindi nel primo canalino che porta ad un piccolo intaglio dal quale si scende di pochi metri per poi entrare nel secondo più lungo e impegnativo canale, dove ogni passo richiede molta attenzione e ogni appiglio va controllato con cura, la roccia è veramente quanto di più marcio si possa immaginare. E’ sempre meglio tenersi sul lato destro non esposto, dove c’è qualche passaggio forse di primo superiore ma la traccia è più pulita di quella sulla sinistra segnalata dai bolli rossi. Alla fine del canalino c’è il punto chiave della via: una strozzatura, più che un camino, originata da un masso appoggiato ad una parete. La difficoltà secondo me è di I+, non esposto. Si sale la paretina per qualche metro e quindi si passa sotto il masso, dove c’è da affrontare un passaggio scomodo ma non difficile ( meglio togliersi lo zaino e lanciarlo sopra ) . Si giunge quindi ad una forcelletta alla quota 2279 m. Si affronta quindi “la lama”, un’esile crestina di una decina di metri veramente molto esposta che richiede piede fermo e assoluta indifferenza al vuoto. Molto divertente in ogni caso ( un po’ meno in discesa… ). Dalla crestina si approda ad un pendio erboso che in pochi minuti su percorso non obbligato porta alla bella cima ( 2334 m, 1100 m di dislivello, 30 minuti circa dalla forcella ). Come detto splendido il panorama in ogni direzione. Cima davvero solitaria e molto poco frequentata, molto meno di quanto mi aspettassi ( la salita precedente risaliva a due settimane prima… ).

Si può tornare a Sappada seguendo la via di salita oppure si può scendere al Passo della Digola e seguire la carrareccia che scende in città, percorso però di circa un’ora più lungo ( 5/6 ore totali per il primo, 6/7 per il secondo ).


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Author: thedharmabum

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