sorgenti del gange-tapovan trek ( india )

sorgenti del gange trek

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Informazioni utili:

1 giorno Rishikesh-Uttarkashi   Jeep collettiva da Natraj chowk – 180 rs – 6 ore circa – albergo vicino la bus stand 100rs

2 giorno Uttarkashi-Gangotri Jeep collettiva dal bus stand – 120 rs – 4/5 ore

3 giorno Gangotri  guesthouse sulla stradina principale 150 rs

4 giorno Gangotri-Bojbasa 14 km – 6 ore – tenda collettiva 250 rs

5 giorno Bojbasa-Tapovan – 9 km – 4/5 ore – Mai ashram cave – offerta libera

6 giorno Tapovan-Gangotri-Gangnani – 23 km – 7 ore + jeep collettiva 180 rs – 3 ore

A Uttarkashi, all’ufficio forestale dove rilasciano i permessi, ho conosciuto un ragazzo israeliano ed uno indiano e parlando del piu’ e del meno è venuto fuori che anche loro andavano a Tapovan e che andandoci tutti assieme avremmo risparmiato tempo, soldi e seccature, visto che avremmo potuto andarci per conto nostro senza guide. Dopo due ore all’ufficio nessuno ci aveva capito niente ( per me ci ha capito poco anche il ragazzo indiano ), i permessi non ce li hanno dati ma ci hanno dato solo un foglio stropicciato con qualcosa scritto sopra che dovevamo presentare a Gangotri ad un fantomatico impiegato dell’ufficio locale. In meno di un’ora eravamo tutti e 5 ( c’erano altri due ragazzi israeliani ) sul jeppone per Gangotri. Se la strada per Uttarkashi era brutta, quella per Gangotri e’ di gran lunga peggiore, con lunghissimi chilometri di tornanti su strada sterrata e a lato precipizi impressionanti sul canyon del Bhagirathi che si stringe sempre di piu’. Sconsigliatissima ai deboli di cuore ( e di stomaco ). Fantastica tutta la valle e veramente emozionante la vista delle prime vette himalayane illuminate dalla luce della sera. Arrivati a Gangotri molti si sono proposti come guide o portatori, qui tutto o quasi ruota attorno ai trekking ed al pellegrinaggio alle sorgenti. Noi ci siamo presi il nostro tempo, abbiamo trovato un’ottima GH sulla stradina principale  per sole 75 rs a testa ( con bagno immacolato, cosa rara da queste parti ), quindi ci siamo concessi un’ottima cena in dei ristorantini del villaggio, tutti ovviamente rigorosamente vegetariani.

Gangotri mi e’ piaciuto molto, penso sia uno dei piu’ bei villaggi che ho visto in India. Anche se siamo a fine stagione c’e’ ancora molta gente che sale a Gaumukh e a Tapovan ( piu’ indiani che stranieri ) e tutti nel villaggio sono molto impegnati nella preparazione dei trekking per i vari gruppi. La stradina principale che va dal bus stand fino al ponte sospeso e al tempio ricorda un po’ quelle che portano ai nostri santuari, solo che qui i negozianti invece di rosari e statue di Padre Pio vendono soprattutto immagini di Shiva, sgargianti collane e i fondamentali recipienti per raccogliere l’acqua alle sorgenti. I sadhu sono moltissimi e gran parte di loro vive nelle numerose grotte sulle sponde del fiume. La principale attrazione di Gangotri, oltre ovviamente al tempio alla Dea Ganga, sono le fragorose cascate di Gaurikhund. Nel cuore del villaggio il fiume Gange-Bhagirathi si tuffa impetuoso in una profondissima forra scolpita nella pietra rossa, grigia ed arancione.

Insieme al ragazzo indiano dal nome impronunciabile ( abbiamo deciso di chiamarlo abi ) sono andato a visitare delle grotte antiche ad un paio di chilometri da Gangotri, seguendo un sentiero molto bello che costeggia il canyon del Gange, che in certi punti e’ davvero impressionante. Le grotte sono tutt’ora abitate, anche se i sadhu non c’erano, probabilmento erano in riva al fiume a meditare. Al ritorno abbiamo potuto godere di un ottimo panorama sulle affilate montagne himalayane che torreggiano imponenti in fondo alla valle.

L’ultimo programma era il seguente: tutti e 5 fino a Bojbasa e 2 solo fino a Gaumukh, dove sorge il Gange, e tre fino a Tapovan con pernottamento sull’altipiano. Ma da subito sono iniziati i problemi. La ragazza di uno dei due israeliani, una tipa veramente odiosa, non voleva piu’ venire e anzi voleva andarsene in Nepal rovinando il programma di viaggio che i due ragazzi avevano preparato da oltre un anno. Anche per il permesso c’erano dei problemi, l’impiegato della forestale che la sera prima ci aveva dato la sua parola se l’e’ rimangiata senza troppi problemi e solo dopo lunghe trattative ( senza l’indiano non ce l’avremmo mai fatta ) e una tangente di 200 rupie siamo riusciti ad ottenere il nostro trekking permit. Infine abbiamo chiesto praticamente a chiunque una tenda e 3 sacchi a pelo ma incredibilmente nessuno ce li aveva! Gli indiani sono veramente strani, alle volte sembra proprio che non riescano a capire come funziona il turismo. E’ possibile che in un posto dove 2 persone su 3 vanno a fare trekking nessun genio abbia avuto l’idea di aprire un negozio di attrezzature per la montagna e il noleggio di materiali?? Tra l’altro tutti ci hanno detto che bisognava noleggiare tutto ad Uttarkashi ma onestamente io non ho visto niente del genere nemmeno la’.

Primo giorno

sorgenti del gange trek

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Siamo partiti la mattina presto, alle 6. La giornata era splendida, il cielo perfettamente chiaro e il sole stava spuntando all’orizzonte. Il sentiero per Bojbasa e’ abbastanza lineare e ha una pendenza costante piuttosto modesta, nelle Alpi non impegnerebbe nessuno. Ma a queste altitudini il fiato ogni passo inizia a farsi piu’ corto e il sole ( il sentiero sale in direzione est ) picchia davvero forte. Il gruppo si e’ quasi subito diviso, io e il ragazzo israeliano single avevamo un altro passo e alla fine siamo arrivati piu’ di un’ora prima degli altri, anche se non e’ stata una passeggiata. La vista delle varie montagne innevate tra i 6 e i 7 mila metri si apre piano piano ed e’ uno spettacolo fantastico. In fondo alla valle dominano i tre enormi picchi ghiacciati del Bhagirathi. Ogni tanto saltellano qua e la’  le blue sheep, una specie di stambecchi himalaiani. Per dormire a Bojbasa la soluzione migliore e’ la tenda comune da 8 che costa 250 rupie a notte, i letti sono comodi e le coperte sufficientemente spesse ( cosa importante ). Purtroppo i gestori sono degli insopportabili cafoni e alla fine non vedi l’ora di andartene mandandoli affanculo. Verso le 3 il tempo e’ improvvisamente cambiato e in 3/4 ore il cielo si e’ oscurato completamente, finche’ non ha iniziato a nevicare. Gli israeliani erano tutti eccitati per lo spettacolo ( raro nel loro paese ), mentre io invece pensavo solo alla neve e al ghiaccio che avremmo potuto trovare a Tapovan. Nel frattempo l’indiano e’ stato colpito dal mal di montagna e ha preferito rinunciare a Tapovan, quindi da 5 alla fine siamo rimasti solo in 2 per la salita finale. A Bojbasa a quanto pare avrebbero i sacchi a pelo ma tramite una guida locale abbiamo scoperto che a Tapovan c’e’ una vedova di un sadhu che vive in una grotta e ospita chiunque ne abbia bisogno, quindi abbiamo deciso di pernottare la’ sperando in delle buone coperte.

Secondo giorno

tapovan trek

tapovan trek

tapovan trek

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Il sentiero fino a Gaumukh e’ praticamente in piano, c’e’ pero’ una salitella iniziale di circa 200 metri che a queste altitudini ( 3800 m ) ti puo’ segare le gambe e infatti dopo 5 minuti eravamo entrambi piegati in due quasi senza fiato. Poi piano piano ci siamo ripresi e la vista incredibile sullo Shivling che si stava aprendo completamente ci ha fatto dimenticare ogni fatica. Dopo circa 1 ora e mezza siamo arrivati al mio primo vero obiettivo di questo viaggio: la “bocca della mucca”, dalla quale sgorgano impetuose le acque del fiume sacro. Le sorgenti del gange sono un luogo magico, al di la’ del tempo e dello spazio. Il sentiero per Tapovan, come abbiamo scoperto al ritorno, inizia molto prima di Gaumukh, alla sinistra del tempietto alla Dea Ganga. Noi invece siamo andati fino alle sorgenti e da li’ ci siamo arrampicati sul lato sinistro del ghiacciaio, fino a ricongiungerci con il sentiero originale. FATICOSISSIMO! La prima parte e’ abbastanza agevole, si attraversa il ghiacciaio che pero’ e’ completamente ricoperto da sassi, terra e sabbia e quindi non presenta nessuna difficolta’ tecnica. Nel frattempo si e’ compattato un gruppetto di 10 indiani, un giapponese che ha scalato la Cima Grande di Lavaredo, io e l’israeliano. L’ultima parte, circa 200 metri di dislivello, e’ durissima. Siamo ben oltre i 4000 metri e il sentiero e’ ripidissimo. Le facce dei componenti del gruppetto ricordano molto quelle dei ciclisti nel film di Fantozzi, con tanto di occhi pallati e lingue felpate. Io ho voluto tenere alto il nome degli alpinisti italiani e malgrado fossi cotto sono riuscito a staccare tutti e ad arrivare per primo!

Tapovan e’ un luogo di tale bellezza che semplicemente non puo’ essere descritto con parole o con fotografie. La magnificenza delle montagne che ti circondano e’ tale che qualunque paragone risulterebbe inopportuno, ammetto che avevo quasi le lacrime agli occhi. Lo Shivling, con il suo inconfondibile cappello di ghiaccio, domina severo tutto l’altipiano. Dall’altro lato le selvagge pareti dell’elegante gruppo del Bhagirathi e a destra dello Shivling l’impressionante Meru, il centro dell’universo. E molte, moltissime altre montagne tra i 5 e i 6 mila metri delle quali quasi nessuno conosce il nome. Non e’ stato difficile trovare la grotta di Mai, che ci ha subito messo a nostro agio offrendoci te’ e biscotti. Il ricovero per la notte non era granche’, ma per una notte poteva andare. Faceva molto freddo, alle 6 di sera il secchio con l’acqua fuori dalla grotta era gia’ completamente ghiacciato. Ma tutto e’ andato bene, il tempo e’ stato bellissimo e abbiamo potuto godere di un cielo stellato incredibilmente vasto ( con via lattea inclusa ) e di un’alba che difficilmente potro’ mai dimenticare.

Terzo giorno

tapovan trek

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Dopo l’alba siamo partiti decisi per Gangotri, 23 km di strada ma in discesa e soprattutto scendendo molto velocemente di quota. Ci abbiamo messo circa 7 ore, la giornata era bellissima e la valle del Gange si apriva lentamente offrendo uno scenario fantastico. Arrivati molto stanchi a Gangotri contavamo di trovare facilmente una Jeep collettiva per Gangnani ma apparentemente nessuno scendeva e solo quando stavamo per rinunciare e andarci a riprendere la stanza d’albergo a Gangotri, siamo stati raggiunti da dei ragazzi indiani che scendevano ad Uttarkashi e ci hanno chiesto se volevamo dividere la jeep con loro. In un paio d’ore eravamo a Gangnani posto a me sconosciuto moderatamente famoso per delle sorgenti calde. Appena arrivato volevo solo trovare una stanza in una delle due GH del posto e andare a dormire per almeno 10 ore, ma la vasca delle sorgenti era proprio di fronte all’hotel e non abbiamo resistito a buttarci dentro ( pianissimo perche’ l’acqua era davvero bollente ) una mezz’oretta prima di andare a letto.

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Author: thedharmabum

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