peralba – crestone ovest

peralba

Il massiccio del Peralba, gigante antichissimo di calcare Devoniano, è senza dubbio uno dei monti più belli e suggestivi delle Alpi Carniche. La sua posizione e la relativa facilità d’accesso alla cima lo rendono una delle mete più ambite di tutta la Catena Carnica principale e tutta la zona, anche grazie alle vicine Sorgenti del Piave, è molto frequentata in estate. Il panorama dalla vetta è straordinario e in una giornata con cielo limpido si possono ammirare centinaia di cime, dal Triglav alle Pale di San Martino, dal Grossglockner alla Cima dei Preti. Numerosi i resti della prima Guerra Mondiale: il Peralba faceva parte della linea austriaca che proseguiva ad Est sul gruppo del Fleons e ad Ovest verso la Cima Palombino e il Monte Cavallino. Ci sono tre itinerari per la vetta: la via normale da Nord Est, breve e molto frequentata soprattutto nei weekend, la facile via ferrata Sartor e la salita per il crestone Ovest. Dal mio punto di vista l’itinerario migliore è un anello con salita per la cresta Ovest e discesa per la via normale, che consente di fare un percorso più vario e di godere di un panorama più vasto. C’è qualche passaggio di I grado, uno un po’ esposto verso la fine, ma non si tratta di una salita particolarmente difficile. Alcuni non consigliano questo itinerario perché faticoso, ma in realtà malgrado il sentiero sia in effetti ripido il dislivello è di appena 900 metri circa, quindi è ampiamente alla portata di escursionisti normalmente allenati.

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Dal borgo di Cima Sappada prendiamo la stretta e ripida strada ben segnalata per il Rifugio Sorgenti del Piave e la percorriamo tutta fino a raggiungere l’ampio parcheggio poco prima del rifugio ( 1815 m ), dove sulla destra inizia la carrareccia per il Rifugio Calvi. Proseguiamo quindi a piedi lungo la strada fino alle sorgenti del Piave e al rifugio. Proprio dietro c’è una cappella e un sentiero ben segnalato che ci indica la salita per la cresta Nord. Dopo un breve tratto nel bosco sbuchiamo in una zona tappezzata di mughi, dove la vista si apre splendida sulla verdissima Val Visdende, che all’epoca del Primo Conflitto Mondiale era la “terra di nessuno” tra le due linee. Alla fine di questo primo, ripido tratto, troviamo i primi passaggi di I grado, non esposti. Approdiamo infine sulla cresta detritica vera e propria, che risaliamo faticosamente su sentiero facile fino a raggiungere un tratto di I grado su roccette abbastanza esposto che richiede cautela. In breve si iniziano a vedere le prime postazioni di guerra sotto l’enorme “cupolone” della cima del Peralba. La vista nel frattempo è diventata sempre più ampia su Dolomiti, Alpi e Prealpi Carniche. Non ci resta che guadagnare la vetta, dove ci sono 3 croci, una campana, e dove il panorama si apre vastissimo in ogni direzione ( 2694 m, 880 di dislivello, 2.45 ore ).

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Scendiamo quindi seguendo il sentiero della via normale che prosegue sul lato opposto. Dopo una decina di minuti raggiungiamo il canale, parzialmente attrezzato, che rappresenta l’unica difficoltà di questa via. In realtà se non c’è neve residua non ci sono grossi problemi a superare questi passaggi. Finito il canale scendiamo a serpentine fino ad una spalla erbosa e ad un bivio, noi prendiamo il sentiero di destra verso il Passo Sesis e il Rifugio Calvi. Anche questa parte è altamente remunerativa dal punto di vista paesaggistico, con scorci stupendi sulle montagne circostanti ed in particolare sul Pic Cjadenis. Raggiunto il rifugio, senza dubbio uno dei più belli di questa parte delle Alpi, dopo una meritata birra percorriamo tutta la carrareccia fino a raggiungere di nuovo il parcheggio ( 2 ore, 5 circa totali ).


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Author: thedharmabum

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