Il mio trekking a Poon Hill e al campo base dell’Annapurna è stato probabilmente uno dei più disorganizzati e stravaganti mai fatti in questa fantastica regione himalayana, ma comunque alla fine si è rivelata una straordinaria esperienza, malgrado il freddo e qualche giorno di pioggia e neve. Questo trekking è il sogno di ogni escursionista, e non ci sono dubbi che la bellezza di questi luoghi e l’imponenza di queste montagne che si elevano per tre, quattro chilometri sopra la tua testa, si può difficilmente ammirare altrove.
Ho fatto questo trekking da solo, senza guide o portatori, portandomi lo strettissimo indispensabile, in uno zainetto da 30 litri. Di solito dura 7-8 giorni, io ce ho messi 9 ma sono uscito per un paio di giorni dall’anello classico.
In realtà ero partito da Pokhara con le idee non molto chiare, volevo vedere la famosa alba a Poon Hill ( in Nepal tutti la definiscono la più bella alba del mondo… ) e poi vedere un po’ com’era il tempo e dove potevo arrivare, l’Annapurna region offre molte possibilità e varianti sui percorsi più battuti.
Primo giorno ( Naya Pul – Ulleri, 6 ore, 600 metri di dislivello )
Da Pokhara sono partito dall’albergo molto presto, verso le 6. Il gestore della guesthouse mi ha dato uno strappo in moto per il lontano bus stand, dove ho preso un torpedone locale per Naya Pul. Da lì si scende a Birethanthi ( 1400 m ), si attraversa il fiume sul ponte sospeso e ci si registra al check point dell’ingresso del parco ( il biglietto costa 20 euro e bisogna acquistarlo a Kathmandu o a Pokhara ). Quindi si inizia a salire tra cascate mozzafiato e pittoreschi villaggi di contadini. Il tempo purtroppo non era buono, c’era un cielo scuro che si faceva sempre più minaccioso man mano che salivo. Il sentiero è una bella mulattiera in lastricato, che nella seconda parte ( da Tikhedhunga ad Ulleri ) si trasforma in una lunghissima scalinata ( mi pare ci sono tipo 3200 scalini! ) che è davvero molto dura ed estenuante.
Arrivato ad Ulleri ( 2000 m ) ho preferito fermarmi in un lodge e non proseguire per Ghorepani, il primo giorno non è mai il caso di forzare troppo. Poi era la vigilia di Natale e non avevo voglia di fare l’eroe. Ho cenato al caldo di una bella stufa/bidone insieme agli altri trekkers che si erano fermati nel lodge e le loro guide e si è parlato fino a tardi dei propri paesi e dei viaggi fatti.
Secondo giorno ( Ulleri-Tatopani, 8 ore, 800 metri in salita e 1600 in discesa )
Dopo un buon tè e un banana pancake sono partito deciso a camminare per tutto il giorno o quasi, la destinazione del giorno era Tatopani, famosa per le sorgenti calde. La mattinata era abbastanza bella anche se le montagne ( da Ulleri dovrebbe esserci una gran bella vista dell’Annapurna e dello Hiuchiuli ) erano coperte. Si sale per sentiero non molto ripido ( o almeno non come l’interminabile scalinata del giorno precedente ) verso Ghorepani ( 2800 m ) dove per la prima volta riesco a vedere le montagne himalayane, c’è una splendida vista sul massiccio del Dhaulagiri e sul Nilgiri, che purtroppo dura solo una mezz’ora o poco più. Non vedrò più nulla fino alla sera successiva. Da Ghorepani si scende lungo la Ghara Khola valley attraverso bellissimi villaggi tradizionali nepalesi. Il paesaggio è fantastico, tutto è verdissimo e le case hanno colori vivaci. Dopo circa 8 ore arrivo molto stanco a Tatopani ( 1100 m ), dove non esito a gettarmi dentro la vasca delle sorgenti calde, bellissima!! Anche il lodge è molto bello e al ristorante si mangia davvero molto bene, hanno anche le torte fatte in casa!
Terzo giorno ( Tatopani-Ghorepani, 9 ore, 2000 metri di dislivello circa )
Il terzo giorno è stato sicuramente il più duro di tutto il trek, ha iniziato a piovere praticamente poco dopo la partenza e non ha più smesso, anzi la pioggia l’ultima ora si è anche trasformata in neve. La salita con vari saliscendi è faticosissima, e ho capito perché nessuno fa questo itinerario. Comunque dopo più di 9 ore sono riuscito a raggiungere Ghorepani ( 2800 m ) anche se sfinito e con l’umore sotto i tacchi. Il giorno seguente dovevo salire a Poon Hill, ma con quel tempo e con la neve ero quasi deciso a rinunciare a tutto il trek e tornarmene a Pokhara. Ma come spesso succede in montagna il tempo è cambiato improvvisamente e la mattina dopo c’era un cielo stellato incredibile.
Quarto giorno ( Ghorepani-Poon Hill-Kimrong, 10 ore, 1000 metri in salita e 1200 in discesa )
Per vedere l’alba a Poon Hill, che si trova proprio sopra Ghorepani , bisogna alzarsi molto presto, alle 5, e partire subito alla luce della pila. Sono circa 400 metri di dislivello e ci si mette circa un’ora, il sentiero non è molto ripido ma bisogna fare attenzione se c’è ghiaccio. In ogni caso vale proprio la pena e garantisco che tutte le descrizioni apparentemente esagerate che si sentono sono veritiere, questa alba è veramente qualcosa di straordinario. Tantissime le montagne che si possono ammirare, tra le quali si distinguono per la loro bellezza selvaggia il Dhaulagiri e l’Annapurna south. Da Poon Hill avevo varie opzioni, e alla fine ho scelto il sentiero per Chomrong, il villaggio che domina la modi khola valley. Tantissimi i saliscendi tra Deurali e Tadapani, e tantissima anche la pioggia, a tratti mista a neve e grandine. Dopo 10 ore molto dure ho preferito rinunciare ad arrivare a Chomrong e fermarmi nel villaggio prima, il pittoresco Kimrong.
Quinto giorno ( Kimrong-Sinuwa, 4 ore, 1500 m di dislivello )
Il quinto giorno è stato dedicato al riposo, mi sono concesso una giornata di relax prima degli ultimi giorni in alta quota. Da Chomrong si gode di una vista stratosferica sul machhapuchhre, è un posto davvero magico.
Sesto giorno ( Sinuwa-Machhapuchhre base camp, 7 ore, 1600 metri di dislivello )
Dopo Sinuwa mi è piaciuto tutto, i villaggi, la valle, le montagne, le cascate, la gente che ho incontrato… Il sentiero è sempre facile da seguire e ci sono cartelli con le mappe in ogni villaggio. Dopo Deurali, l’ultimo villaggio, si entra nella gola vera e propria seguendo il sentiero quasi pianeggiante, un luogo meraviglioso! Quindi a circa 3300 metri c’è il ripido strappo finale prima del campo base, molto faticoso soprattutto di fiato, si inizia a sentire seriamente l’aria povera di ossigeno. Il lodge dell’MBC ( 3700 m ) è piuttosto semplice ma ha un buon ristorante è c’è tutto quello che serve. Di notte fa molto, molto freddo.
Settimo giorno (Machhapuchhre base camp-Annapurna base camp-Sinuwa, 10 ore, 450 metri in salita e 2000 in discesa )
Giorno clou del trek. Altra levataccia ( 5 e 30 circa ) e altro cielo stellato fantastico. La temperatura si aggira attorno ai -15. La salita al santuario dell’Annapurna è molto emozionante e meno faticosa del previsto, tantissime le montagne fantastiche che svettano attorno ma una volta arrivati al campo base ( 4125 m ) ruba la scena a tutte l’Annapurna I, che mostra la sua maestosa parete sud, alta quasi 4 chilometri e larga almeno 7. Mai visto niente del genere. Un paio di ginger tea caldi al lodge e giù veloci verso Sinuwa.
Ottavo giorno ( Sinuwa-Ghandruk, 6 ore 800 metri in discesa e 1000 in salita )
Giorno in teoria di relax ma invece i numerosi saliscendi ( tra cui la famigerata lunghissima scalinata che sale a Chomrong ) si sono rivelati più impegnativi del previsto e sono arrivato nel pomeriggio nel pittoresco villaggio gurung di Ghandruk piuttosto stanco e con le energie al lumicino. Incredibile l’alba il giorno dopo, questo villaggio è in una posizione davvero perfetta per ammirare il Machhapuchhre, lo Hiunchuli e l’Annapurna South.
Nono giorno
Tutta discesa verso Birethanti, che si raggiunge in meno di 3 ore. Poi leggera salita verso Naya pul dove si prende l’autobus per Pokhara. Il trekking è finito, e’ il primo giorno dell’anno e mi godo la festa, il buon cibo e la temperatura gradevole insieme alla folla variopinta…