teston di rudo

forcelletta dei rondoi

L’anello dei Monti Rudo è una delle più belle escursioni che secondo me si possono fare nelle Dolomiti, sia per i panorami mozzafiato che per l’ambiente estremamente selvaggio e incontaminato e non ultimo per l’importanza storica. E’ bellissimo potersi gustare nel più totale silenzio e in solitudine la straordinaria vista delle Tre Cime di Lavaredo e di gran parte delle Dolomiti di Sesto, dei Cadini, delle Marmarole, del Cristallo, del Sorapiss, della Croda Rossa, dei laghi smeraldini di Misurina e di Landro. Solo pochi chilometri più in là orde di turisti rumorosi affollano i rifugi, ansiosi di potersi portare a casa la loro foto “originale” delle Tre Cime.

Questo anello segue le tracce ( in alcuni punti ormai quasi cancellate dalle frane ) dei sentieri dei militari austriaci della prima guerra mondiale, che avevano individuato nei monti Rudo una zona di notevole importanza strategica. Moltissimi i resti di postazioni, e sul fianco e sulla cima del teston si trova un vero e proprio “villaggio” fortificato. Questo anello è riservato a escursionisti molto esperti ( meglio ancora se anche alpinisti ) e ben allenati, si svolge su di un tracciato non segnato ( c’è qualche ometto ogni tanto ), spesso instabile e in alcuni punti molto esposto.

Si lascia l’auto all’albergo Tre Cime in Val di Landro ( 1400 m, ampio parcheggio ) e si prende il sentiero 10-102 che si inoltra nella Val di Rienza, tra i monti Rudo e il Monte Piana. Dopo un po’ si gira a sinistra e si inizia a salire un ripido pendio seguendo le indicazioni per il Passo dei Rondoi ( 2289 m ). Da qui si inizia a percepire la solitudine e la magia di questi luoghi dimenticati, soprattutto nell’ultima parte salendo il canalone chiuso tra severe pareti dolomitiche. Arrivati al passo, probabilmente già stanchi per i primi 900 metri di dislivello, si abbandona il sentiero e si sale sulla sinistra ( con molta cautela ) il ripidissimo canalone che porta alla Forcelletta dei Rondoi a quasi 2700 metri. E’ la parte più faticosa del percorso, il pendio è ripidissimo e la traccia del sentiero spesso sparisce del tutto. Ma la fatica è presto ripagata dai panorami incredibili che si aprono piano in tutte le direzioni, ma soprattutto sulle Tre Cime e sulla Torre dei Scarperi che sono proprio di fronte. Arrivati alla forcelletta poi si può godere di uno dei più belli ed estesi scorci di questa parte delle Dolomiti. E’ il posto giusto per riposarsi un po’ e gustarsi la bellezza selvaggia del luogo.

tre cime

torre dei scarperi

Ma l’anello è ancora lungo e se si vuole evitare di fare notte non ci si può fermare troppo a lungo. Dopo la Forcelletta bisogna attraversare diverse cenge esposte e ripidi canaloni fino ad arrivare dopo alcuni saliscendi ad una postazione con filo spinato dove si trova un libro delle firme dell’itinerario. Da qui si può ammirare dal mio punto di vista forse il più bel panorama sulle Tre Cime in assoluto, fantastico! Oltre questo punto si scende in un’ orrido canalone che sembra senza fondo e si deve affrontare il tratto più impegnativo ed esposto dell’escursione, dove fortunatamente la scala in legno originale è stata recentemente sostituita con una di acciaio ( ma controllate comunque le corde con cui è legata ! ). Si supera quindi una selletta e si vede per la prima volta la cima che si raggiungerà nella giornata ( perché ci vuole anche la soddisfazione di salire su qualche montagna… ), quel Teston di Rudo che ben pochi, anche esperti delle Dolomiti, possono dire di conoscere. Si seguono quindi le tracce dei sentieri di guerra, in questa parte più evidenti, ma che comunque nascondono ancora delle insidie ( ghiaino molto infido ) ed è quindi meglio restare concentrati almeno fino al Teston di Rudo ( 2607 m ), da dove si gode di una spendida vista soprattutto sulle Tre Cime, sui Cadini, sul Sorapiss, sul Cristallo, sulla Croda Rossa d’Ampezzo e sul bellissimo lago di Landro. Veramente impressionanti i resti della prima guerra mondiale. Qualche foto e giù a tutta, si attraversa il villaggio militare e dopo un po’ il sentiero diventa finalmente un “vero sentiero”, e non una traccia che si segue sperando che sia quella giusta.
Si termina quindi l’anello giungendo di nuovo al parcheggio, dopo una giornata intera ( almeno 8/9 ore di cammino ) di fatiche e di paesaggi fiabeschi.


Visualizzazione ingrandita della mappa

Related Post

Author: thedharmabum

Share This Post On