rifugio locatelli ( ciaspole )

rifugio locatelli

“La madre di tutte le ciaspolate”. E’ questa la definizione che mi è venuta in mente mentre salivo l’ultimo, ripido dosso prima dei Laghi dei Piani, un luogo di bellezza straordinaria, quasi mistica in inverno. In effetti in pochi posti nelle Alpi, ma anche nel mondo, si può godere di un panorama a 360° così bello e poetico. E poi c’è la soddisfazione di arrivare in un posto che tutti conoscono e frequentano d’estate ed in autunno ma che d’inverno è meta solo di pochi escursionisti e sciatori che sfidano il freddo, il ghiaccio e le valanghe sempre in agguato. In ogni caso in molti anni di escursioni più o meno impegnative in montagna ho imparato che senza un po’ di rischio e di fatica non ci si diverte e non si può godere pienamente della bellezza che questi luoghi possono offrire.

In realtà l’idea iniziale era di fare un’escursione nella vicina Val Campo di Dentro, fino all’Oberhuttenalm, ma recentemente ci sono state delle valanghe e la strada per il Rifugio Tre scarperi è stata chiusa agli escursionisti. Provvedimento forse eccessivo ma mi è sembrato inutile rischiare. A quel punto l’alternativa era la salita al Rifugio Locatelli alle Tre Cime di Lavaredo, che comunque con un rischio valanghe 3/4 presentava, almeno nel tratto centrale, dei seri rischi se la temperatura come previsto avesse dovuto alzarsi di molto. Ma visto che mi ero fatto 2 ore di macchina non avevo nessuna intenzione di ritornare a casa con le classiche pive nel sacco, quindi mi sono detto: “proviamo, in caso si torna indietro”.
Al parcheggio in fondo alla strada della Val Fiscalina trovo altri 4 ciaspolatori austriaci che stanno partendo, e l’ottimismo aumenta, almeno non sarò l’unico temerario della giornata. La temperatura è molto bassa, qualcosa attorno ai -10. La giornata è spendida, c’è un magnifico cielo blu.

cima una

laghi dei piani2

L’escursione inizia senza problemi praticamente in piano fino al Rifugio Fondo Valle e più in su fino al bivio Locatelli-Comici. Grandiosa la vista sulle enormi pareti verticali della Cima Una, della Croda Rossa di Sesto e della Cima Undici. Sullo sfondo sparisce piano piano l’elegante Torre Antonio Berti, del gruppo della Croda dei Toni. Si inzia quindi a salire a zig zag nella Val Sassovecchio, la neve è bella compatta e la traccia abbastanza facile da seguire. Al primo dosso raggiungo e supero gli austriaci, decisamente troppo lenti ( arriveranno almeno un’ora dopo di me ). Iniziano a comparire sulla destra i primi picchi del Sassovecchio e della Punta Lavina Lunga, mentre in fondo spuntano le Crode dei Piani e il Paterno. Ormai nulla mi può fermare, nemmeno un fastidioso vento gelido che mi entra nelle ossa ( malgrado il gore-tex ). L’ultima parte è la più faticosa ( e rischiosa, i pendii sono tutti stracarichi di neve ) ma decisamente la più bella, dall’ultimo dosso prima della sella del locatelli iniziano a spuntare le sagome inconfondibili della Torre di Toblin e delle Tre Cime. Sulla destra l’enorme torrione del Crodòn di San Candido affiancato dal meno affascinante ma comunque imponente Lastròn dei Scarperi. E poi il Paterno, le Crode dei Piani, la Croda dei Toni, le Crode Fiscaline, la Cima Una, la Cima Undici, la Croda Rossa di Sesto, e i ghiacciai austriaci sullo sfondo…

torre di toblin

 

tre cime

Arrivato al Locatelli ( dove ho scattato tipo 300 foto in un quarto d’ora… ) incontro 4 freeriders austriaci che iniziano la discesa con gli snowboard, cosa secondo me ai limiti del buon senso con questa situazione di neve, ma comunque li saluto e gli faccio i complimenti per il coraggio. Sono stato abbastanza veloce, poco più di tre ore per 1000 metri di dislivello in queste condizioni non sono male, tra l’altro sono decisamente fuori allenamento. Quindi mi rifocillo un po’ e mi godo un pallido sole che sta lentamente scomparendo dietro delle soffici nuvole. La vista del rifugio mezzo sepolto dalla neve con sullo sfondo il Paterno e le Tre Cime è qualcosa di veramente commovente, che metto sullo stesso piano di quella che ho visto un paio di mesi fa dal Santuario dell’Annapurna in Nepal ( certo altre proprorzioni, ma stessa bellezza ).
Il sole se ne va definitivamente e inizia a fare mooolto freddo, non si può stare fermi a lungo, e così scendo senza esitazioni.

Inutile dire che è stata una giornata bellissima che ricorderò a lungo e un’escursione che chiunque ami le Dolomiti deve fare almeno una volta nella vita, certo valutando bene i possibili rischi. Questo luogo d’inverno è davvero magico.


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Author: thedharmabum

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